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Dormire bene è davvero importante

mabi | Pubblicata il dom 10 Mar 2019 - 17:14 | 753 Visite

Dai primi giorni di vita fino all'età adulta, i problemi legati al sonno sembrano non abbandonarci mai. Tra insonnia, bruxismo e apnee notturne, riconoscere la patologia è di fondamentale importanza per individuare il rimedio o la cura più adatti.

Il 25% dei bambini di età inferiore ai 5 anni soffre di disturbi del sonno e, dopo i 6 anni e fino all'adolescenza, la percentuale oscilla ancora tra il 10% e il 12%. Ma con il passare degli anni non si pensi che gli adulti non abbiano problemi a dormire: sembra sempre più un sogno irrealizzabile.

Nei primi mesi di vita i neonati soffrono spesso di risvegli notturni: è un fenomeno normale, dovuto al fatto che i più piccoli entrano ed escono rapidamenre dalla fase REM, passando dal sonno leggero a quello pesante. Intorno ai 9 mesi si raggiunge anche l'ansia da separazione e la paura dell'estraneo. A partire dai 2 anni sopraggiungono gli incubi, sogni paurosi o angoscianti che si presentano in almeno un bambino su tre e generalmente sono tentativi di elaborare un evento vissuto nel quotidiano. Diverso dall'incubo è poi il Pavor nocturnus: il bambino si risveglia nel pieno della notte in preda al panico, gridando e agitandosi; di solito accade durante le prime ore di sonno e dura pochi minuti. Fondamentale è tenere conto che quest'ultima condizione non è assolutamente patologica né affonda radici in prolematiche affettive, psicologiche o biologico-neurologiche. Oltretutto la stessa è accompagnata da amnesia totale o parziale dell'episodio.

Sonnambulismo

Un altro disturbo del sonno abbastanza frequente nell'infanzia e nell'adolescenza, e che in più rari casi interessa anche l'età adulta, è il sonnamblismo. La maggior parte delle volte questo disturbo si manifesta nella prima parte della notte con gesti inconsueti e ripetitivi compiuti mentre si è seduti a letto (al contrario di ciò che si crede, è un evento assai raro che ci si alzi e ci si metta a camminare per casa).

Quando si passa all'età adulta i disturbi del sonno cambiano radicalmente. Tra i più comuni c'è l'insonnia, ossia l'incapacità di prendere sonno anche quando se ne sente la necessità. Frequenti risvegli notturni, difficoltà ad addormentarsi, risveglio precoce al mattino, cattiva qualità del sonno sono i principali sintomi dell'insonnia.
Difficile non soffrire di questo disturbo quando il proprio partner di letto russa mentre dorme, un'eventualità abbastanza frequente, considerato che più della metà degli italiani russa e quasi uno su quattro soffre di apnea del sonno. Quando infatti il russare è sintomo di una patologia più grave, ossia la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), caratterizzata da ripetuti episodi di occlusione delle vie aeree superiori durante il sonno, il problema non è da sottovalutare, in quanto chi ne soffre corre un rischio maggiore di sviluppare ipertensione arteriosa, ictus cerebrale o infarto, oltre ad altre patologie come l'obesità e il diabete.

Il bruxismo

Altro disturbo nel sonno che interessa chi ne soffre direttamente, ma anche chi condivide il letto, è il bruxismo, ossia l'atto involontario di stringere e digrignare i denti durante la notte. È un disturbo che deve essere curato perché nel tempo può portare a un'usura dei denti, fino addirittura a copromettere i tessuti gengivali. Difficile accorgersi di soffrire di bruxismo se non ce lo dice qualcuno, ma uno dei primi sintomi di questo problema è la difficoltà ad aprire la bocca al risveglio, mentre altri sintomi possono essere l'ipersensibilità dentale al freddo e al caldo, i dolori cronici all'articolazione della mandibola o i dolori cervicali e emicranie. L'unico rimedio efficace per alleggerire i disturbi che potrebbero derivare dal bruxismo è il bite, una sorta di distanziatore da indossare prima di coricarsi la sera.

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